🔄 Nemici o Alleati? Quando Collaborare con i Competitor Diventa la Mossa Vincente
Immagina questo scenario: sei il titolare di una PMI, hai una buona quota di mercato, un prodotto solido, ma l’innovazione corre più veloce del tuo budget. Ti guardi intorno e… chi potrebbe aiutarti è proprio chi fino a ieri vedevi come “il nemico”.
Sì, hai letto bene: il tuo competitor.
E se vi dicessi che alcune delle aziende più forti sul mercato crescono proprio perché scelgono di collaborare tra loro anziché combattersi?

Benvenuti nel mondo della coopetition — la strategia in cui collaborazione e competizione convivono. Non è fantascienza, è realtà.
🧠 La collaborazione non è debolezza. È strategia.
Spesso pensiamo che “collaborare con i concorrenti” significhi cedere terreno. Ma il mondo cambia. Le sfide tecnologiche, la corsa all’innovazione e la globalizzazione alzano l’asticella ogni giorno. In questo contesto, anche le PMI più agguerrite stanno capendo che, da soli, si fa poca strada.
Sempre più imprese, in Italia e all’estero, riscoprono la forza della collaborazione strategica per affrontare mercati complessi, dove servono competenze trasversali e risorse condivise. E chi lo fa, raramente torna indietro.
🌍 Esempi concreti (non solo delle big)
Non serve guardare solo a Samsung e Apple (che si scambiano componenti pur restando rivali). In Italia lo facciamo già — e bene — da decenni. Pensa ai distretti industriali: vere e proprie reti di imprese che condividono fornitori, ricerca e competenze, pur mantenendo la competizione sul prodotto finale.
📌 A Sassuolo, per esempio, oltre 100 aziende del settore ceramico collaborano ogni giorno su tecnologia e logistica. Eppure ciascuna punta ad essere la prima sul mercato. Il segreto? Fiducia, visione e regole chiare.
🔧 E all’estero? Il caso Airbus è emblematico: una joint venture tra concorrenti europei (Francia, Germania, Spagna e Regno Unito) che ha unito aziende aerospaziali in concorrenza per costruire insieme una potenza industriale capace di competere con Boeing. Senza quella alleanza, nessuno ce l’avrebbe fatta da solo.
💡 Perché funziona (e perché conviene)
Ecco cosa ottieni quando scegli la strada della coopetition:
✔️ R&D condivisa = costi dimezzati
✔️ Accesso a competenze altrimenti inaccessibili
✔️ Più forza contrattuale verso clienti e fornitori
✔️ Innovazione più rapida grazie al know-how incrociato
In altre parole: meno spese, più idee, più velocità. Serve altro?
⚙️ Le regole del gioco
Chiaro: non basta “collaborare” per avere successo. Bisogna farlo con metodo. Gli accordi funzionano solo se costruiti su quattro pilastri:
• Governance trasparente
• Obiettivi chiari
• Tutela delle informazioni critiche
• Strategie d’uscita ben definite
Serve un ecosistema in cui le imprese si sentano al sicuro e valorizzate.
🎯 Il ruolo chiave del temporary manager
Spesso le aziende non collaborano non perché non vogliano, ma perché non sanno da dove cominciare. In questi casi, un temporary manager può fare la differenza:
🔹 Supera le diffidenze “storiche”
🔹 Costruisce alleanze win-win
🔹 Porta esperienza da altri settori
🔹 Resta neutrale e concentrato sugli obiettivi comuni
È come avere un regista esperto che guida gli attori sul set: serve talento, ma anche direzione.
🤝 E adesso?
Se sei una PMI italiana, probabilmente sei già parte di un ecosistema collaborativo, anche senza accorgertene. Il passo successivo è renderlo consapevole, strategico e strutturato.
Quindi ti lancio due domande:
Con chi, tra i tuoi “competitor”, potresti costruire un progetto win-win?
Cosa ti frena davvero dal proporlo?
Nel mercato di oggi, collaborare non è un rischio. È un investimento. E come tutti i buoni investimenti, rende — anche più di quanto immagini.
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